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venerdì 16 agosto 2013

Chiedi... e ti sarà dato!

Una risposta per ogni evenienza!

di Marco Cerri
Gli autori di fumetti passano un sacco di tempo soli con le loro storie.

Capita a tutti, ai veterani come a quanti hanno deciso soltanto da poco di trasformare le proprie idee in vignette.
Ma in chi ha meno esperienza, le ore trascorse a tu per tu con la tavola stimolano un effetto collaterale. Suscitanouna quantità industriale di perplessità e di domande!


In questa rubrica che sarà pubblicata sul blog ogni due mesi circa, ha il compito di sciogliere i nodi interrogativi e le perplessità degli autori che seguono le mie lezioni in questo spazio!  E allora iniziamo!

lunedì 12 agosto 2013

Il soggetto... al sole!

O meglio il soggetto ideale per creare una storia pazzesca.

di Marco Cerri

Il clima di questi giorni ci invoglierà ad andare alla spiaggia anzichè starcene alla tastiera a scrivere, ma il vostro Tutor è qui presente come ogni mese, e spera che anche voi, siate connessi tramite la tecnologia, sul vostro lettino sotto l'ombrellone, magari sfogliando queste righe sull'ipad o su uno smartphone, quindi possiamo continuare con la seconda lezione del nostro percorso formativo!

Sperando che tutto sia stato abbastanza chiaro riguardo all'"IDEA" trattata il mese scorso, oggi parleremo della fase successiva dell'iter di concezione di una storia, che sia una storia a fumetti, piuttosto che una storia d'animazione o per il cinema o qualsiasi altro genere narrativo che si avvicina a quanto stiamo studiando insieme!
Prima di accompagnarvi al centro della lezione di questo mese, mi piacerebbe-se anche voi siete d'accordo, altrimenti andate a metà articolo, eheh, vi piacerebbe...- parlarvi di come si sviluppa una storia a fumetti (visto che questa rubrica di tutorial, tratterà principalmente questo media).

Bene, come già sapete, all'inizio di tutto ci sta un'idea che può venirci dal vissuto quotidiano o anche da storie che abbiamo visto (film) o letto e ci hanno ispirato una nuova storia;

L'IDEA è la base, il punto di partenza per scrivere una qualsiasi storia e per qualsiasi media, in essa l'autore deve inserire le informazioni fondamentali per far capire all'editore e a se stesso come si svolge la vicenda, nulla di più e nulla di meno.
E poi... cosa succede? E qui arriviamo al punto centrale dell'articolo di oggi, ovvero il soggetto, e che salto momentaneamente per svilupparlo meglio dopo, vi anticipo solo per una miglior comprensione, che è la versione ampliata dell'idea, è la stesura in cui si inseriscono tutti gli avvenimenti che troveremo lungo la storia.
Bene, una volta che l'autore ha sviluppato e scritto per bene il soggetto, cosa fa?, va dal suo editore (e vedremo nella prima sessione di risposte come presentarsi ad un editore), ne discutono,  se la storia piace, e si arriva ad una decisione che vada bene sia all'autore che all'editore, riguardo alle possibili modifiche da apportare al soggetto, l'autore torna a casa, nel suo studio, e la sistema, una volta che l'editore ha approvato il soggetto si passa alla fase successiva, ovvero la sceneggiatura!
La sceneggiatura, non è altro che una serie di fogli contenenti tante informazioni tecniche, una sorta di copione teatrale o cinematografico,  vengono inseriti termini e abbreviazioni che solo chi è del mestiere può capire (ma noi ne parleremo un po' più in la, se però siete interessati e non volete aspettare, fatevi vivi prima e vedremo di parlarne anche in anticipo)!
Una volta stilata la sceneggiatura, qui entrano una o più nuove figure creative, il disegnatore sempre che non lo sia chi scrive, altrimenti se l'autore sa sia scrivere che disegnare, allora viene definito "Autore completo", per usare un termine di bottega. Ora il lavoro procede con la parte grafica, starà al disegnatore interpretare graficamente le note, le artnotes, scritte dal collega sceneggiatore.
Si parte dallo storyboard, ovvero lo studio dell'impostazione delle vignette, del posizionamento dei baloons e delle onomatopee, e dei personaggi all'interno delle vignette. Una piccola curiosità; i nostri cugini orientali, che disegnano manga, chiamano lo storyboard NAME NOTE.
Dopo lo storyboard, si passa alle matite ovvero il disegno definitivo della tavola su fogli grandi con il segno della grafite, i disegni qui saranno ben definiti e particolareggiati, mentre nello storyboard vengono abbozzati.
Dalla matita al pennino o al pennello, qui entra in scena la china, le tavole vengono inchiostrate, e dipende da autore ad autore e da editore a editore, riguardo al metodo di inchiostrazione da utilizzare, ad esempio, i manga vengono inchiostrati con dei pennini specifici, mentre in Disney i disegni vengono inchiostrati con pennello o anche con i pennini tradizionali.
Una volta che le tavole sono inchiostrate, si passa alla colorazione, che può avvenire in digitale o anche a mano. quindi si consegna il tutto all'editore per la pubblicazione.

Spero sia stato interessante il rapido racconto dello svolgimento di una storia a fumetti, e sopratutto sia tutto chiaro, altrimenti come sempre sapete dove chiedere!


Ma tornando qualche passo indietro, ora veniamo al nostro caro e buon soggetto.

Scrivere un soggetto, non è ne un'impresa indicibile ne tanto meno un gioco da ragazzi, Se abbiamo trovato l'idea, ora che abbiamo le informazioni necessarie a sviluppare la storia possiamo metterci a scriverla.  Per scrivere un soggetto d'effetto, abbiamo bisogno di tre cose fondamentali (e che andremo a definire meglio nelle prossime lezioni), ovvero di INCIPIT, CORPO e DESINIT o meglio di un inizio, uno svolgimento, e una conclusione. 
L'incipit è la parte più importante che deve contenere determinati elementi, che catturino fin da subito l'attenzione del lettore, per evitare che dopo aver letto le prime righe o le prime vignette, ci lasci sullo scaffale della libreria e vada a fare altro. Quindi prima condizione per stilare una storia d'effetto "catturare l'attenzione del lettore". poi la storia continua il suo svolgimento, la vicenda prosegue e dovrà contenere degli avvenimenti importanti che magari mettano in crisi il protagonista e anche i personaggi con lui coinvolti nella vicenda,momenti di crisi, di difficoltà temporanea, o anche permanente! Questo è il corpo della storia, ovvero la narrazione di tutti gli avvenimenti che succedono nella storia. Come li risolverà il nostro protagonista, e con l'aiuto di chi? Se c'è qualcuno ad aiutarlo... come finirà la vicenda? in bene o in male? in sospeso o...? e qui siamo al desinit, ovvero la conclusione del racconto che ci ha tenuti col fiato sospeso per pagine e pagine e magari ci terrà ancora col fiato sospeso, perchè potrebbe essere una storia in serie e non autoconclusiva.
Il soggetto vero e proprio, che contiene tutta la storia nelle sue fasi salienti, va scritto al presente e senza dialoghi ma soltanto inserendo le azioni che vengono compiute dai personaggi.La scrittura di una sceneggiatura per il fumetto non può prescindere dalla conoscenza del mezzo per il quale si scrive. Infatti, è innanzitutto necessario conoscere il formato del fumetto che si sta scrivendo, che varia a seconda delle case editrici e della testata. Inoltre, ci sono regole ben precise che definiscono come terminare una tavola con una scena di aggancio alla tavola successiva, in special modo alla fine della tavola di una pagina di destra, in cui si possono inserire dei cliffhunger per mantenere la suspense nel page-turning. Ma la cosa fondamentale da tenere in considerazione è che ogni tavola va descritta in fase di sceneggiatura, in maniera da permettere al disegnatore di disegnare la storia tavola per tavola senza tralasciare elementi importanti della vicenda 
Da ultimo vi ricordo di tener presente che il soggetto solitamente si scrve a computer in word, una cartella di word (una pagina) equivale all'incirca a 10 tavole della storia a fumetti.

Di seguito, vi propongo un soggetto già pronto  e vediamo se qualcuno accoglie la nuova sfida del mese, chi di voi ha una storia per la testa e vuole provare a farne il soggetto? seconda prova (sempre per chi vuole) dal soggetto qui di seguito provate a delinearne Incipit Corpo e Desinit e magari a sottolinearne i colpi di scena... Come sempre compilate il form qui a lato nella pagina o scrivete a marcocerri1@me.com con oggetto "scrivo storie", le storie più belle riceveranno correzione nella prossima rubrica!



BELLISSIMA (soggetto cinematografico)
di Cesare Zavattini
Maddalena ha una figlia di sei anni, Maria. Maria non è molto bella, ma per sua madre è bellissima, lo dice sempre. Maria ha anche un leggero difetto di pronuncia e Maddalena non lo trova un difetto ma una qualità. Maddalena ha trent’anni, un carattere vivace e deciso. Lavora come guardarobiera alla Rupe Tarpea e guadagna abbastanza, specie quest’anno che ci sono tanti forestieri, poi se ne va a casa tutta sola ogni notte verso l’alba. A casa c’è il marito, un ottimo uomo che proprio all’alba si alza perché fa il ferroviere e Maria che dorme [sic]. Nel casamento dove abita, piazzale Annibaliano, le donne non hanno molta simpatia per Maddalena che è un po’ superba e mette dei nastri sulla testa della figlia che sembrano bandiere.
Un giorno si annuncia un concorso cinematografico: cercano una bambina di sei anni, per un film molto importante. Maddalena pensa che cercano proprio sua figlia e salta le ore del sonno per portarla allo stabilimento dove il regista deve fare la sua scelta.
Sono molte le mamme che si mettono in movimento per la stessa ragione e Maddalena si trova davanti un numero infinito di concorrenti tra le quali alcune del suo quartiere. Questo accende ancora di più l’ambizione di Maddalena che si propone di vincere la battaglia a ogni costo.
E infatti riesce con la sua intraprendenza a far entrare la figlia tra le venti alle quali verrà fatto il provino entro una settimana.
Questa vigilia del provino è una vera settimana di passione per Maddalena. Le hanno detto che il difetto di pronuncia della figlia è un difetto che potrebbe compromettere la sua scelta. Allora la porta all’Istituto di Rieducazione della voce a Monte Sacro e si dichiara disposta a pagare qualsiasi cifra purché compiano il miracolo di togliere il difetto di pronuncia alla bambina in pochi giorni. Ma non basta: va alla scuola di danza della Ruskaia e vorrebbe che dessero alla figlia alcune lezioni accelerate. Ma qui non ci riesce. Allora prende in casa un’attrice che dia rapidi ammaestramenti a Maria. E tutto questo Maddalena deve farlo di nascosto al marito il quale ha la testa sulle spalle, adora la bambina, e se sapesse che Maddalena sottopone Maria a questi ossessionanti strapazzi reagirebbe certo con energia e severità.
Infatti la povera Maria è davvero stanca, ha subito la mania materna perché lei è timida, ma non ha proprio nessuna particolare qualità. Si è messa a piangere un paio di volte e la madre ha fatto quello che non ha mai fatto, le ha dato perfino uno schiaffo perché la bambina non riusciva a ripetere correttamente una battuta.
Arriva il giorno dei provini. Maddalena vorrebbe entrare nel teatro dove si fanno i provini ma è vietato l’ingresso ai familiari dei piccoli candidati. Allora la sua pena è grandissima. Neanche le sue arti riescono a rompere la consegna. Ma intanto non perde il tempo e si informa di tutta la organizzazione del film. Conosce il nome del produttore e degli altri elementi importanti e accetta la corte di un tale che assicura di avere influenza sul regista, un ispettore di produzione millantatore e un poco losco.
Una sera alla Rupe Tarpea vengono a ballare il produttore e il regista del film. Durante tutta la serata Maddalena in ansia studia il modo di avvicinare i due uomini e di ingraziarseli. E fa una cosa molto grossa: manda a casa a prendere la figlia tutta vestita a festa perché i due la vedano, l’ammirino. Ma quasi quasi Maddalena quella sera perde il posto per le sue prodezze materne. Quando verso l’alba torna a casa fuori c’è l’ispettore di produzione che l’aspetta e l’accompagna a casa con l’evidente intenzione di ottenere da lei qualcosa di concreto. E lei pur di vincere, per la prima volta nella sua vita, si lascia baciare e promette un appuntamento.
Malgrado gli armeggi di Maddalena, Maria viene scartata. Il suo provino risulta dei peggiori. Maddalena riesce con i suoi soliti sotterfugi a vederlo – a vedere la figlia nel confronto con le altre – la povera piccola impacciata Maria. Lì per lì Maddalena vorrebbe fare fuoco e fiamme e perfino prendersela con la figlia. Ma proprio adesso che si accorge che sua figlia non ha nessuna particolare qualità, che il difetto di pronuncia è un difetto e che ce ne sono centomila belle come lei e addirittura belle più di lei, le si rivelano tante cose, per esempio che ha più ambizione che amore per la figlia. E invece di picchiarla, ha una grande voglia di domandare perdono a sua figlia e a suo marito il quale è completamente ignaro di tutto quello che è successo in questa settimana piena di incidenti per nascondere i quali sua moglie gli ha perfino rubato i soldi dal portafoglio.
E se ne va fuori, perché è domenica, con il marito e con la figlia che non hanno mai visto una Maddalena così buona, così umile, così piena di invenzioni per farli ridere e per farli divertire. “Andiamo al cinematografo?” domanda il marito. Maddalena non ne vuole sapere e sbatte gli occhi come per paura e guarda la figlia.
[Dal fascicolo Bellissima conservato all’Archivio Cesare Zavattini di Roma-Reggio Emilia trascriviamo qui di seguito il soggetto schedato come R9e che consta di tre pagine dattiloscritte con numerose correzioni a mano. Tutte le indicazioni manoscritte sono state integrate nel testo. Una versione simile – ma non identica - del soggetto è stata pubblicata nel volume P. Baldelli, Luchino Visconti, Milano, Mazzotta, 1973, pp. 103-5. Questa che presentiamo è perciò da ritenersi tuttora inedita.] (riferimento preso dal sito:http://www.rivistaorigine.it/storia-arte/bellissima-cesare-zavattini-2/)



sabato 10 agosto 2013

Il mondo degli Anibot

Ovvero i morti viventi…



In genere ci viene insegnato fin da piccoli come si vive nell’al di qua e come è fatto il mondo dei vivi, ma nessuno che sia morto ed entrato nell’aldilà, è mai tornato a raccontarci di come staremo nella vita futura dopo la morte, se non nella religione cristiana dove il Cristo si dice sia morto e risorto, quindi tornato nel mondo dei vivi dagli inferi.
In realtà la correzione di questo mese, riguarda una storia che mi è stata sottoposta dal nostro Umberto, che ha colto al volo la mia sfida della prima lezione e si è messo di buona a scrivere per mettersi alla prova.
La sua storia è molto fantasy e strutturata bene, per essere all’inizio del corso, e questo vuol dire che abbiamo lettori forse esperti, ed è un bene!
Vi posto la storia che Umberto mi ha inviato, leggiamola insieme e poi vediamo di dargli qualche consiglio per migliorarla ancora:

Si dice che l'anima di una persona lasci il proprio corpo al momento della sua morte e dopo quel momento vaghi in eterno.
Omoi (nome provvisorio) dopo vari studi è riuscito ad inventare e progettare un metodo per trasferire le anime delle persone decedute in corpi artificiali fatti con un materiale simile alla pelle umana ma che non si deteriora e che non può essere distrutto, creando così l'era degli esseri artificiali con un anima.
 E fin qui sembrerebbe funzionare.
Prima c'era l'era degli esseri artificiali chiamati robot, fatti di metallo che venivano comandati tramite l'uso di programmi appositi, ma erano sprovvisti di un'anima.
Questa invenzione funzionò ed ebbe in pochissimo tempo una fama mondiale, infatti ognuno aveva dei corpi artificiali e un transfer, catturando l'anima del proprio familiare appena defunto nel corpo artificiale.
L'invenzione era stata messa in atto perché il figlio di Omoi di 13 anni in un incidente stradale perse la vita e addolorato creò tutto ciò per poterlo riavere. Passarono gli anni e lui iniziò ad invecchiare e col tempo ci furono proteste dagli anibot perché essendo quasi indistruttibili e chiunque poteva usarli per qualsiasi cosa, anche per le guerre. Gli anibot si rivoltavano perché volevano essere di nuovo solo anime e molti umani si lamentavano in modo di cercare di fare smettere le guerre Lui capì quello che succedeva e iniziò ad annullare tutti gli anibot anche suo figlio sperando di riuscire a vivere senza di lui. Dopo poche settimane fece scoppiare l'azienda, i suoi progetti con lui stesso dentro, cercando così suo figlio per restare con lui per l'eternità.

Come storia, è già tutto un programma, tutto torna, e la vicenda funziona già abbastanza bene, solo andrebbe presentato meglio il protagonista, che è introdotto in modo poco comprensibile, sappiamo che dovrebbe essere un normale essere umano ma l’autore ci dice, “Omoi, dopo vari studi è riuscito ad inventare e progettare un metodo per trasferire le anime delle persone decedute in corpi artificiali fatti con un materiale simile alla pelle umana ma che non si deteriora e che non può essere distrutto, creando così l'era degli esseri artificiali con un anima.”
Allora Possiamo dedurre che Omoi sia uno scienziato, ma è importante presentare bene il personaggio principale fin da subito, poiché il lettore (ma ancora prima anche l’editore) deve conoscerlo per immedesimarsi meglio nel protagonista.

Anche il finale è molto carino se non suggestivo per certi versi, l’amore di un padre per il proprio figlio, che non lo vuole lasciare andare vedendolo morire anche se il destino e gli dei vogliono così… Io metterei un “ma”, parlando della parte centrale della storia, ma se gli anibot invece di andare in guerra si fossero ribellati ai loro padroni e si fossero riuniti per discutere di come fermare la storia dell’obbligo di combattere da parte dei loro padroni? Cosa sarebbe successo? In questo modo magari anche il finale avrebbe potuto prendere una piega diversa, potrebbe esser successo che Omoi invecchiando avrebbe insegnato al figlio già anibot a trasformare anche lui nel momento della sua morte in anibot e così sarebbero rimasti insieme per sempre anziché morire entrambi e così il mondo degli umani sarebbe diventato il mondo degli anibot…

Questa solo una piccola variante, ma con il tempo e l’esperienza si impara a migliorare sempre più le proprie storie. Il mio consiglio che do all’autore ma anche a tutti voi che seguite queste lezioni, è di fare come con i disegni, una volta scritta una storia, lasciarla raffreddare per un giorno una settimana o addirittura un mese se necessario e poi di riprenderla, e rileggerla, sicuramente non la riscriveremmo uguale alla prima stesura!
E per questa prima correzione mi sembra che non ci sia nient’altro da aggiungere, ora la palla passa ad un altro, chi si sente di scrivermi storie da correggere, mandi pure tramite il form qui a lato e i consigli per migliorare non mancheranno. Appuntamento a settimana prossima con la nuova lezione, e mi raccomando, cercate di scoprire il modo di diventare degli anibot e fatemelo sapere!