Ovvero i
morti viventi…
In genere ci
viene insegnato fin da piccoli come si vive nell’al di qua e come è fatto il
mondo dei vivi, ma nessuno che sia morto ed entrato nell’aldilà, è mai tornato
a raccontarci di come staremo nella vita futura dopo la morte, se non nella
religione cristiana dove il Cristo si dice sia morto e risorto, quindi tornato
nel mondo dei vivi dagli inferi.
In realtà la
correzione di questo mese, riguarda una storia che mi è stata sottoposta dal
nostro Umberto, che ha colto al volo la mia
sfida della prima lezione e si è messo di buona
a scrivere per mettersi alla prova.
La sua storia
è molto fantasy e strutturata bene, per essere all’inizio del corso, e questo
vuol dire che abbiamo lettori forse esperti, ed è un bene!
Vi posto la
storia che Umberto mi ha inviato, leggiamola insieme e poi vediamo di dargli
qualche consiglio per migliorarla ancora:
Si dice che l'anima
di una persona lasci il proprio corpo al momento della sua morte e dopo quel
momento vaghi in eterno.
Omoi (nome
provvisorio) dopo vari studi è riuscito ad inventare e progettare un metodo per
trasferire le anime delle persone decedute in corpi artificiali fatti con un
materiale simile alla pelle umana ma che non si deteriora e che non può essere
distrutto, creando così l'era degli esseri artificiali con un anima.
E fin qui sembrerebbe funzionare.
Prima c'era l'era
degli esseri artificiali chiamati robot, fatti di metallo che venivano
comandati tramite l'uso di programmi appositi, ma erano sprovvisti di un'anima.
Questa invenzione
funzionò ed ebbe in pochissimo tempo una fama mondiale, infatti ognuno aveva
dei corpi artificiali e un transfer, catturando l'anima del proprio familiare
appena defunto nel corpo artificiale.
L'invenzione era
stata messa in atto perché il figlio di Omoi di 13 anni in un incidente
stradale perse la vita e addolorato creò tutto ciò per poterlo riavere.
Passarono gli anni e lui iniziò ad invecchiare e col tempo ci furono proteste
dagli anibot perché essendo quasi indistruttibili e chiunque poteva usarli per
qualsiasi cosa, anche per le guerre. Gli anibot si rivoltavano perché volevano
essere di nuovo solo anime e molti umani si lamentavano in modo di cercare di
fare smettere le guerre Lui capì quello che succedeva e iniziò ad annullare
tutti gli anibot anche suo figlio sperando di riuscire a vivere senza di lui.
Dopo poche settimane fece scoppiare l'azienda, i suoi progetti con lui stesso
dentro, cercando così suo figlio per restare con lui per l'eternità.
Come storia, è già tutto un programma, tutto torna, e la vicenda
funziona già abbastanza bene, solo andrebbe presentato meglio il protagonista, che è introdotto in modo poco
comprensibile, sappiamo che dovrebbe essere un normale essere umano ma
l’autore ci dice, “Omoi, dopo vari studi è riuscito ad inventare e progettare
un metodo per trasferire le anime delle persone decedute in corpi artificiali
fatti con un materiale simile alla pelle umana ma che non si deteriora e che
non può essere distrutto, creando così l'era degli esseri artificiali con un
anima.”
Allora Possiamo dedurre che Omoi sia uno scienziato, ma è
importante presentare bene il personaggio principale fin da subito, poiché il
lettore (ma ancora prima anche l’editore) deve conoscerlo per immedesimarsi meglio nel protagonista.
Anche il finale è molto carino se non suggestivo per certi versi, l’amore di un padre per il proprio
figlio, che non lo vuole lasciare andare vedendolo morire anche se il destino e
gli dei vogliono così… Io metterei un “ma”, parlando della parte centrale della
storia, ma se gli anibot invece di andare in guerra si fossero ribellati ai
loro padroni e si fossero riuniti per discutere di come fermare la storia
dell’obbligo di combattere da parte dei loro padroni? Cosa sarebbe successo? In
questo modo magari anche il finale avrebbe potuto prendere una piega diversa,
potrebbe esser successo che Omoi invecchiando avrebbe insegnato al figlio già
anibot a trasformare anche lui nel momento della sua morte in anibot e così
sarebbero rimasti insieme per sempre anziché morire entrambi e così il mondo
degli umani sarebbe diventato il mondo degli anibot…
Questa solo una piccola variante, ma con il tempo e l’esperienza
si impara a migliorare sempre più le proprie storie. Il mio consiglio che do
all’autore ma anche a tutti voi che seguite queste lezioni, è di fare come con
i disegni, una volta scritta una storia, lasciarla raffreddare per un giorno
una settimana o addirittura un mese se necessario e poi di riprenderla, e rileggerla,
sicuramente non la riscriveremmo uguale alla prima stesura!
E per questa prima correzione mi sembra che non ci sia nient’altro
da aggiungere, ora la palla passa ad un altro, chi si sente di scrivermi storie
da correggere, mandi pure tramite il form qui a lato e i consigli per
migliorare non mancheranno. Appuntamento a settimana prossima con la nuova
lezione, e mi raccomando, cercate di scoprire il modo di diventare degli anibot e fatemelo sapere!
Ricorda un po' come idea a Galaxy 999 e i corpi meccanici...
RispondiEliminaIn qualche modo...
EliminaGrazie Marco :) seguirò il tuo consiglio e tra un po di giorni la riscriverò spiegando il protagonista ;)
RispondiEliminaPs: Loris non conosco Galaxy 999 è un film?
Grazie a te, caro Umberto, per aver permesso di poter trattare questo argomento! E se posso permettermi di rispondere alla domanda posta al buon Loris, "999 Galaxy Express" è una storia manga da cui è anche stato tratto un anime, io ti consiglio di leggerlo, è molto bella e suggestiva come storia! Se vai su youtube trovi anche gli episodi, è un anime vecchio anche per lo stile dei disegni ma sempre bello!
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